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autobiografia di dejan stankovic

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walker 91
icon1  view post Posted on 1/10/2010, 16:12






Fortissimamente io", è questo il titolo del libro autobiografico di Dejan Stankovic, pubblicato da Mondadori. Dopo averlo presentato a Inter Channel, il giocatore nerazzurro ne ha parlato anche questo pomeriggio nel corso della trasmissione "Quelli che il calcio e...", in onda su RaiDue.

È uno Stankovic a tutto tondo quello che emerge attraverso le pagine di "Fortissimamente io", da quando tirava i primi calci al pallone da piccolino fino al trionfo in Champions League a Madrid il 22 maggio scorso con l'Inter. Una vita dedicata al calcio, con un motto ad accompagnarla: lo racconta Deki, "rispetto per tutti, paura di nessuno, è sempre stata questa la mia filosofia".

"L'anno scorso è stato indimenticabile per me e i miei compagni, il massimo per un calciatore: ricordo i momenti prima della premiazione a Madrid, guardavo la Coppa e mi scendevano le lacrime", ricorda ancora quasi commosso Stankovic. Per poi sorridere ripensando ai primi passi mossi nel mondo del calcio: "Mi avevano detto che non avevo talento, che al massimo sarei potuto andare in una squadra piccola, frasi toste da sentirsi dire quando sei un ragazzino. Se non avessi avuto davvero voglia di calcio sarebbe finita lì, invece dopo poco giocavo nella Stella Rossa. Bisogna essere umili e non mollare".

Parla con amore della sua patria Deki ("La Serbia è sempre nel mio cuore, appena posso ci vado, un'ora e dieci minuti di volo e sono lì. Come Paese sta crescendo, ne sono orgoglioso"), però spiega anche che non ha intenzione di lasciare l'Italia ("Rimango qui, ho tre bambini, vanno a scuola qui in Italia e stanno bene qui").

Inevitabile qualche cenno anche all'attualità sportiva, come lo sciopero proclamato dai calciatori e in programma alla 5^ giornata di campionato ("Qualche cosa non quadra, questo il motivo dello sciopero, ma penso che ci sia spazio per mettersi d'accordo, per parlarsi e trovarsi a metà strada"), ma anche il passaggio di Zlatan Ibrahimovic al Milan ("Sono stato sorpreso, come tanti credo. Lui comunque cercava spazio, cercava dove andare a giocare").

Poi un excursus sulla carriera, allenatore dopo allenatore, da Sven Goran Eriksson a Rafa Benitez: "Se penso ad Eriksson mi viene in mente una parola, 'signore', così come se penso a Zoff dico 'leggenda'. Con Zaccheroni io ho fatto molto bene, sia alla Lazio che all'Inter. E Mancini per me è una specie di papà, lui era uno di quelli che mi ha voluto alla Lazio, gli devo tanto. Mourinho? È 'special one', è davvero 'special one': se sei stanco morto lui riesce ancora a motivarti, anche quando non giochi. E poi c'è Benitez, il mister: lui è un grande, ha tanta fame di vittoria, dobbiamo accettare i suoi modi di lavorare, siamo sulla buona strada, ci vuole solo un po' di tempo. E poi, per quanto riguarda la gara contro l'Udinese, quando non giochi bene comunque nel calcio l'importante è vincere, come ieri".

Deki ha anche parlato della sua duttilità in campo: "Alcune volte, quando ero nelle giovanili, ho fatto anche il portiere (sorride, ndr). In generale, in carriera, ho coperto molti ruoli e per me è stata una fortuna".

Infine, uno sguardo agli obiettivi della nuova stagione: "Ci sono sempre obiettivi da raggiungere, il prossimo che abbiamo è il Mondiale per club, e poi puntiamo a tutti e tre i trofei a disposizione".
 
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Aldo93
view post Posted on 1/10/2010, 21:13




Sei entrato di diritto nell'affascinante storia nerazzurra: Stankovic uno di noi!
 
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Gil ³
view post Posted on 2/10/2010, 19:13




Lo consiglio a tutti i tifosi, un bellissimo libro.
 
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2 replies since 1/10/2010, 16:12   256 views
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